Através

Di mio queste righe hanno davvero poco. Mi arrivano da pagine scritte da una tale Giada, mia grande amica, che approfitto per ringraziare, dopo avermi permesso di pubblicare qui le sue righe.
Soffermiamoci un attimo a pensare: prendete una penna in mano e scrivete la prima cosa che vi balena nella testa. Ricercate il sentimento che avete provato e poi, buttatevi in questo testo:

Le penne e le matite sono sottovalutate; mi soffermo sulle penne. Impugnare una penna è considerata, almeno ora come ora, una tra le cose più comuni al mondo, no? Eppure un gesto semplice e comune come quello, mi insegna che è solo un mezzo per sentire ciò che abbiamo dentro di noi. Come le canne, come l’alcol, così anche le penne. Avere una penna tra le dita non dà forse la stessa sensazione che si prova avendo in mano una pistola? La potenza. Non è come avere davanti la pagina iniziale di Google? Quando sai che hai tutto il mondo a disposizione? Puoi accedere a qualsiasi cosa. Stessa cosa con la bic in mano. Non puoi forse fare “qualsiasi cosa” con una penna? E se in questo momento stai pensando a una cosa che realmente non si può fare con una penna intesa come oggetto e non come mezzo, sappi che sei un pragmatico inutile quanto una cioccolata calda il giorno di ferragosto. Ma pensandoci, non è di certo grazie alla penna in sé per sé che provi certe cose. La penna è quello che è, un oggetto privo di emozioni e vita. Sei tu, che “attraverso” la penna crei quell’energia, simile all’adrenalina. E allora, se esiste una cosa tanto comune come questa, un mezzo semplice come una penna, ce ne saranno anche altri? Strumenti musicali per esempio? Sono oggetti indispensabili. Perché entrambi abbiamo bisogno dell’altro per vivere. E con questo (nel caso tu fossi il pragmatico ad Agosto di prima), non voglio certo dire che senza una penna si muore. È una morte simbolica, a livello di spirito. Voglio dire che se una persona non vive “attraverso” cose che gli danno modo di esprimersi è come morta. E un oggetto, senza nessuno che lo utilizzi, non è altro che una cosa priva di vita. Ora che ci penso, una persona può essere un mezzo? L’amore? possiamo stare con una persona perché ci fa sentire come quando teniamo una penna tra le dita? Possiamo, “attraverso” quella persona, sentire noi stessi? Fuoriuscire? Creare quell’energia simile all’adrenalina, potente quanto un’arma? E’ possibile. Dunque l’amore nel quale riponiamo la speranza di una cosa spontanea, almeno una nel mondo, potrebbe essere una delle più grandi beffe dell’universo. Dopotutto non mi stupirei così tanto nello scoprire che potrebbe essere uno dei nostri più grandi gesti egoistici.

Giada

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